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Storia della socialdemocrazia tedesca. Vol.I.

Author:
Curator: Prefaz.di Ernesto Ragionieri.
Publisher: Editori Riuniti.
Date of publ.:
Series: Coll.ER,71.
Details: cm.15x22,5, pp.XLIV,354, brossura copertina figurata. Coll.ER,71.

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classica. Traduz.di Enzio Cetrangolo. Roma, Ediz.Rinascita 1952, cm.15,5x23, pp.X-357, brossura intonso, Coll.Nuova Biblioteca di Cultura,3.
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Traduz.dal tedesco di Fausto Codino. Prefaz.di Ernesto Ragionieri. Milano, Feltrinelli Editore 1957, cm.11x18, pp.295,(1), brossura, cop.fig. Coll.UE,233.
Note: qualche segno nel testo.
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Berlin, Dietz-Verlag 1960, cm.15x22, pp.766, legatura editoriale in tutta tela, sopracoperta. Testo in tedesco.
Note: Sopraccoperta con mende, altrimenti ottimo esemplare.
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#198059 Biografie
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Traduz. dall'inglese di Franco Cordelli, Disegni di Harry Furniss dall'ediz. orig. (1889-1893). Milano, Garzanti 1978, cm.14x21, pp.411, alcuni diss.in bn.nt., brossura, sopracop.fig.con bandelle. Prima edizione.
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Roma, Melusina Ed. 1994, cm.14x21, pp.251, brossura copertina illustrazioni a a colori.

EAN: 9788876970368
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#250369 Diritto
Introduzione di Paolo Barile. Firenze, Ponte Alle Grazie Ed. 1989, cm.13,5x20,5, pp.406, brossura cop.fig.a col. Coll.Saggi. Dalle pagine di Calamandrei balza un quadro vivacissimo e pieno di realismo, illuminato da un'aneddotica professionale e da una ricca messe di regolette preziose sulla difficile convivenza tra i due banchi dell'udienza: "l'avvocato deve sapere in modo così discreto suggerire al giudice gli argomenti per dargli ragione, da lasciarlo nella convinzione di averli trovati da sé". Calamandrei insiste particolarmente sul motivo della comunanza delle vite parallele: "il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore.
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#278248 Arte Pittura
Pisa, Pacini Editore per Menarini 2019, cm.25,5x35,5, pp.272, illustrazioni a colori. legatura editoriale, sopracoperta figurata a colori. Collana Arte o Architettura. Di Antonello si fa presto a sgombrare il campo da infelici illusioni: di lui non si sa praticamente niente. Ma non niente nel senso della trovata retorica per poi stupire i lettori con giochi pirotecnici; no, niente nel senso di (quasi) niente. Non conosciamo la sua data di nascita (1430? Forse), e neppure il giorno della sua morte. Sappiamo, da una notazione quasi marginale di un umanista, che fu a Napoli, ma non conosciamo quando vi arrivò e quanto vi stette. Le chiese napoletane non ci restituiscono opere di lui sicure, e gli archivi tacciono. Non conobbe mai, in vita e negli anni immediatamente successivi, il beneficio della biografia, e il plutarchismo cinquecentesco si fermò sostanzialmente al pur nobilissimo Vasari, che però, quando parlava di non toscani, sapete tutti come andava a finire: un poco di storia, un poco d'invenzione. Del resto per tutti, o quasi, Antonello sarà colui che porterà in Italia la tecnica della pittura ad olio, imparata nelle Fiandre da Jan van Eyck, e se questi morì troppo presto per insegnare alcunché al Nostro, il particolare parve del tutto ininfluente. Nelle Fiandre probabilmente non andò mai, e forse neppure nella Francia del sud, ma il fascino dell'enigma è intrigante, e in campo storiografico si tende spesso a far di tutto per far tornare tutto. Noi ci siamo accontentati di far finta di nulla. Poco prima di morire fece anche un fruttuoso viaggio a Venezia, dove secondo qualche tardo biografo si distinse anche per le sue robuste doti amatorie, ma anche in questo caso non sappiamo quando e come. Abbiamo solo un paio di testimonianze, e ce le teniamo strette, anche perché dovrebbero dirci che fece pure in tempo, prima di tornare a Messina, ad andare a Milano, da quel bel tipo di Galeazzo Maria Sforza, grande amante delle arti, ma anche dei modi spicci, talvolta molto spicci. Ma anche dei suoi soggiorni messinesi finiamo con non sapere molto. Sì, qualche documento esiste, e ci dice qualcosa sulla famiglia, e su quello che dipingeva, ma sono pochissime cose, e poi si tratta di freddi documenti notarili, senza palpiti né indugi sugli aspetti di colore che a noi tanto servirebbero. A causa del terribile terremoto di Messina del 1908, che tutto distrusse, non c'è poi neppure la speranza di saperne di più, e questo è tutto. Non fece affreschi, o almeno non ne esistono testimonianze. Fece in compenso molti ritratti, di qualità in genere strabiliante, ma se il dibattito sull'identità della Gioconda di Leonardo vi appassiona, è perché non avete mai fatto mente locale alle identità dei ritratti di Antonello. Sono uomini, di questo siam sicuri, ma non sappiamo chi fossero, e neppure quale professione svolgessero. A volte esiste almeno il sollievo di un data scritta di suo proprio pugno, accanto alla firma in latino. Poi basta. Non possediamo una lettera scritta da Antonello, neppure di banale notazione di vita...» (Stefano Renzoni)

EAN: 9788869956621
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