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I Paladini di Francia.

Author:
Publisher: Alessandro Polidoro Editore.
Date of publ.:
Details: cm.14x21, 336, brossura, copertina figurata con bandelle. Collana Classici, 9.

Abstract: La Storia dei Paladini di Francia è un lungo romanzo cavalleresco a dispense di dubbia attribuzione, anche se in certa tradizione la paternità è affidata a Giusto Lodico. Il libro cuce insieme i vari episodi del Ciclo carolingio dando loro una successione cronologica. Nel 1895 e 1902 l’opera fu ristampata con episodi aggiuntivi redatti dall’editore palermitano Giuseppe Leggio. Questo libro è la fonte primaria dell’Opera dei Pupi.

EAN: 9788885737310
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Milano, Editrice Bibliografica 1992, cm.15x21, pp.155, brossura Coll.Bibliografia e Biblioteconomia,42. Si tratta di un manuale didattico facile da usare e integrativo rispetto ai tradizionali manuali di biblioteconomia e documentazione. Il volume consta di 100 domande con relative risposte, divise in quattro sezioni. La struttura delle domande è varia: oltre la metà dei quesiti appaiono formulati come casi pratici; altri quesiti sono di carattere maggiormente nozionistico-mnemonico; ma non mancano esempi in cui l'interrogativo verte su un punto ancora controverso nella disciplina biblioteconomica, rispetto alla quale le concezioni riportate sono più di una.

EAN: 9788870753073
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Edizione, traduzione e commento. Firenze, Sismel - Edizioni del Galluzzo 2021, cm.16x24, pp. XIV,365, brossura copertina figurata a colori. Coll.Traditio et Renovatio,11. Quasi sicuramente elaborata nel contesto culturale del sinodo di Francoforte del 794, la Homilia de vocatione gentium, giunta nella doppia versione in latino e in antico alto tedesco (ognuna delle due marcata da peculiarità caratterizzanti), si presenta come una difesa della partita vox, multiplex et varia con la quale, dopo la Pentecoste, e in opposizione alla divisio conseguente all’episodio della torre di Babele, si rivendica la libertà di lodare la divinità e all’un tempo di comunicare, in omni lingua, sul modello degli Apostoli, la parola di Dio, la quale riunisce tutti i christiani nel rispetto dei mandata Dei e nella pratica della caritas. Accostato a iniziative di alcuni decenni più tarde, quali la traduzione del Salterio in arabo da parte di Hafs ibn Albar al Quti e il dibattito intorno all’introduzione delle litterae e della lingua Sclavini(s)cae da parte di Costantino/Cirillo e di Metodio nella liturgia e nel volgarizzamento delle Sacre Scritture, il De vocatione gentium si presenta come testo assai precoce nel quale il tema della diversità delle lingue, che si risolve comunque nell’unità dell’intentio e quindi nell’accettazione di omnis lingua per la parola di Dio, viene tra l’altro affrontato, sia nell’argomentazione sia nella terminologia, con un approccio tecnico, linguistico e grammaticale.

EAN: 9788884508263
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#275114 Epigrafia
Pisa, Pacini Editore 2017, cm.17x24, pp.168, illustrazioni. brossura copertina figurata a colori. Collana Critica e Storia Letteraria. «La presente ricerca che nasce da interesse per l'epigramma funerario di tradizione epigrafica sviluppatosi nelle autrici in tempi diversi e autonomamente coltivato in lavori più o meno recenti, nessuno dei quali è qui ripubblicato, intende inserirsi nel dibattito sul complesso rapporto fra testi letterari ed epigrafici, fattosi negli ultimi anni sempre più vivace e agevolato dalla possibilità di consultare ampi archivi digitali. Il volume non vuole essere una antologia di epigrafi metriche funerarie. Con uno specimen assai ridotto di testi, pur corredati di ampio commento, si è voluto portare un contributo, si spera non inutile, all'esame delle interazioni che legano prodotto epigrafico e letteratura colta, negli ultimi anni meglio definite e precisate, ma nel contempo emerse in tutta la loro complessità. Senza escludere casi di ricezione spesso indiziata solo da fattori fonici e metrico-ritmici, o da moduli divenuti comuni nelle officine epigrafiche e specializzatisi talvolta per uno specifico destinatario, "nell'ambito di un passaggio dall'"alto" verso il 'basso' si è cercato di esemplificare molti possibili approcci, dall'imitazione consapevole, anche con tecniche proprie di poesia pseudoepigrafa, all'allusione intenzionale, all'emulazione, di volta in volta verificate tenendo presente, è ovvio, il livello di letterarietà del prodotto epigrafico. Si è dedicata attenzione anche al processo inverso e in genere all'influenza reciproca fra carmina epigraphica e poesia letteraria riguardo a temi e linguaggio poetico, prospettiva difficilmente trascurabile anche se non verificabile sempre con sicurezza, visto il ridottissimo numero di tituli superstiti del I sec. a.C. e considerato che la tradizione dell'epigramma funerario latino ha scarse attestazioni letterarie prima di Marziale. Nel valutare la circolazione di motivi e moduli espressivi da e verso letteratura colta si è ritenuto di non poter ignorare la prospettiva offerta da più recenti approcci metodologici che mettono in guardia dal proporre facili corrispondenze anche in presenza di affinità formali quando è in gioco l'esigenza di comunicare istanze spirituali condivise in tutto il mondo antico e da sempre connaturate nell'uomo. Casi nei quali si è cercato di mostrare che indagini condotte per affinità tematiche consentono interessanti spunti di riflessione per l'esegesi di testi sia letterari sia epigrafici. Si è ritenuto infine di non limitare l'esame al milieu linguistico, stilistico o letterario, che certo è spia sicura del grado di cultura e capacità versificatoria dell'anonimo autore, ma che talvolta si rivela chiave esegetica insufficiente all'esegesi del testo epigrafico. Allargando l'orizzonte dell'indagine, si è voluto verificare, al di là dell'emozionalità epigrafica, come e fino a che punto l'epigramma funerario su pietra sia condizionato o reagisca a situazioni sociali e ai suoi mutamenti, all'affermarsi di mode e consuetudini di vita, più in generale a fatti di evoluzione della società altrimenti ricostruiti; inserire l'epigrafe e il monumento che le fa da supporto in circostanze extraletterarie ha consentito di spiegare meglio l'emergere di alcune modalità epigrafiche e in un caso, illustrato nella prima parte, di interpretare una tipologia epigrammatica non facile da definire...» (Dalla Premessa di Maria-Pace Pieri)

EAN: 9788869950889
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Edizione critica a cura di Stefano Asperti e Marina Passalacqua. Firenze, Sismel - Edizioni del Galluzzo 2014, cm.16x24, pp. LXX,101 DVD, brossura copertina figurata a colori. Coll.Traditio et Renovatio,8. Col nome convenzionale di Appendix Probi si designa un gruppo di excerpta grammaticali che compaiono solo nel ms. lat. 1 della Biblioteca Nazionale di Napoli, trascritto verosimilmente a Bobbio alla fine del VII secolo, dopo una copia degli Instituta artium dello pseudo-Probo. Fondamento di questa nuova edizione è la rilettura del manoscritto, molto danneggiato, che è risultata più completa rispetto a quella degli editori precedenti, grazie all'ausilio di una sofisticata apparecchiatura per l'esame dei palinsesti, in dotazione alla Biblioteca Nazionale di Napoli. L'edizione è corredata da un CD-ROM contenente la riproduzione fotografica del codice.

EAN: 9788884505422
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Milano, Scheiwiller per Credito Italiano 1993, cm.22,5x28, pp.491, 271 tra ill.e tavv.bn.e a col. legatura ed. sopraccop.fig.a col.in custodia. Coll.Civitas Europaea.

EAN: 9788876442100
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#24983 Arte Pittura
Scritti di Fulvio Abboni, Andrea Von Berger, Marilena Pasquali, Franco Solmi, Elvio Natali, Carlo Ludovico Ragghianti, et al. Firenze,Palazzo Strozzi,19/12/1981-31/1/1982. A cura di Tommaso Paloscia. Firenze, Nuova Salani Ed. 1981, cm.22x24, pp.118, VIII tavole a colori e 124 tra ill.e tavv.bn.nt brossura copertina figurata a colori.
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#254587 Militaria
Preface de Philippe Conrad. Atlas Editions 2005, cm.23x30, pp.130 figg.a col.nt. legatura editoriale, copertina figurata a colori.
Note: Tampon d'archives à la première page.
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A cura di Benedetta Aldinucci. Roma, Salerno Editrice 2019, cm.14,5x22, pp.XLIII,160, brossura con bandelle. Coll.Testi e Documenti di Letteratura e di Lingua,XLIII. Edizione numerata in 999 esemplari. L'identità e la produzione del notaio e rimatore fiorentino ser Jacopo Cecchi sono state per oltre quattro secoli indissolubilmente legate al nome di Dante Alighieri: consacrata sotto la paternità dantesca dalla stampa della 'Giuntina di rime antiche' del 1527, la fortunatissima canzone Morte, perch'io non trovo a cui mi doglia è rimasta legata al nome dell'Alighieri fino alla fine dell'Ottocento, in virtù di una lettura da parte della critica che la voleva tessera estravagante della Vita nuova, necessaria a "completare" un capitolo del libello - quello sulla infermità, morte e assunzione in cielo di Beatrice - avvertito come carente. Copisti ed editori di Dante hanno dunque inteso la canzone quale accorato planctus del sommo poeta cagionato dalla mortale malattia di Beatrice, al punto di oscurare l'identità del meno celebre rimatore fiorentino, riportato all'attenzione degli studi solo sul finire dell'Ottocento, allorché ha cominciato a delinearsi la fisionomia di un poeta minore, mediocre autore di rime amorose, ma abile imitatore di Dante e del Petrarca. Attivo nelle istituzioni fiorentine dal 1315-'26 al 1369, Jacopo Cecchi svolse l'incarico di ambasciatore per il Comune di Firenze e ricoprì l'ufficio di notaio della Signoria per il quartiere San Giovanni. Nel volume viene puntualmente ricostruita, grazie a nuove ricerche d'archivio, la sua identità storica, introduttiva all'edizione critica commentata del piccolo corpus rimico, che annovera, oltre alla canzone alla Morte, la canzone Lasso, ch'i' sono al mezzo della valle e il capitolo ternario O sconsolate a pianger l'aspra vita, ora per la prima volta proposto a stampa. Seguono in Appendice la canzone O Morte, che la vita schianti e snerbi (forse del Cecchi, se lo Jacobus de Florentia cui la assegna il ms. Paris, Bibliothèque nationale de France, n.a. 1745, coincide con il rimatore fiorentino) e l'anonimo rifacimento tardo quattrocentesco o cinquecentesco, Morte, da che convien pur ch'io mi doglia, testimone dell'ampia fortuna arrisa alla canzone Morte, perch'io non trovo. Ogni componimento, opportunamente inquadrato all'interno del panorama poetico coevo, è corredato di apparato giustificativo che consente di verificare le scelte testuali diffusamente discusse anche nella Nota ai testi; mentre il commento è a servizio della comprensione del testo e indica i riferimenti letterari che si sono reputati più probabili e certi.

EAN: 9788869734496
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