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#322216 Egittologia

Die antike Kunst. I Agypten und vorderasien.

Author:
Curator: Sechstes bis dreizehntes tausend. Akademische Verlagsgesellschaft Athenaion.
Publisher: Neubabelsberg.
Date of publ.:
Details: cm.23x29, pp.VIII,294, 9 tavole bn.applicate e 244 figg.bn. legatura editoriale in mezza tela. Handbuch des Kunstwissenschaft.

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Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato- Archivi di Stato 1997, cm.17x24, pp.VIII,232, brossura Coll.Quaderni della Rassegna degli Archivi di Stato,82.

EAN: 9788871251295
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Ebenhausen, München und Leipzig Wilhelm Langewiesche-Brandt 1914, cm.12,5x19, pp.466,(4), leg.ed.in cartoncino, sopraccop. stampata anche all'interno con catalogo dell'Ed. (minimo strappetto a cop.e sopraccop. in prossimità della cuffia sup. ma copia in ottimo stato.) Sammlung Lebensdokumente vergangener Jarhunderte,9.
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#278296 Arte Restauro
A cura di Grazia de Cesare. Firenze, Edifir 2020, cm.16,5x23,5, pp.128, brossura copertina figurata a colori. «Rieti è una città ricca di tesori nascosti e la storia del sipario del Teatro Flavio Vespasiano sta lì a dimostrarlo. Dipinto dal grande Antonino Calcagnadoro nel 1910, il sipario ebbe vita travagliata prima e dopo la sua realizzazione. Nel secondo dopoguerra incappò nel giudizio di coloro ai quali - specie dopo l'orrore dell'Olocausto - non era parso politicamente corretto celebrare la presa di Gerusalemme da parte di Vespasiano, che tanta distruzione e tanti lutti arrecò al popolo ebraico. Ma ad oscurare l'imperatore trionfante davanti alle mura della città ci avrebbe pensato il tempo, con tutto il suo corredo di "agenti": l'umidità, l'usura provocata dal ripetuto utilizzo, la scarsa cura e manutenzione, fino a quando, per evitare che la tela andasse distrutta, semplicemente si smise di usarla. Il tempo è continuato a scorrere, sbiadendo del sipario anche il ricordo tra i reatini, pure legatissimi al loro teatro. Perciò il 21 settembre vedere il Flavio pieno di gente accorsa ad ammirare la grande tela finalmente restaurata è stato commovente. Raramente si percepisce in città tanto orgoglio per le proprie cose e la propria storia e invece è successo. E a ragione. Per la Fondazione Varrone, che sin dal 2017 aveva deciso di finanziare quel restauro, è stata la dimostrazione di aver fatto la scelta giusta, onorando una volta di più il lascito anche morale della Cassa di Risparmio di Rieti, che a suo tempo tanto contribuì all'edificazione del teatro. Ugualmente azzeccata si è rivelata la decisione di affidare il cantiere ai docenti e agli allievi dell'Accademia delle Belle Arti de L'Aquila, anche per rinsaldare i rapporti di vicinanza e di scambio con la nostra città. Di quell'emozionante pomeriggio al Flavio ci resta il ricordo del lungo, appassionato applauso con cui il pubblico ha salutato il ritorno del sipario sulla scena e le parole della professoressa Grazia De Cesare sul valore dell'opera del Calca-gnadoro e sulla sua intrinseca fragilità. E adesso che la città ha ritrovato questo suo tesoro siamo certi che farà del tutto per non perderlo di nuovo.» (Dalla Premessa di Antonio D'Onofrio)
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Cenni Biografici. Manotva, Tipografia Nazionale di F.Apollonio 1869, cm.14x19, pp.IX,219, brossura.
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