Tre maestri del cinema. Carl T.Dreyer, René Clair, Charlie Chaplin.

Milano, Rusconi Ed. 1982, cm.14x21, pp.341, num.tavv.bn.ft. legatura ed. sopracop.fig.a col. (strappo sulla sulla sovaccoperta) Coll.Le Vite.

Milano, Rizzoli Editore 1973-1974, 4 volumi cm.23x30,5, pp.1724 complessive, centinaia di disegni, ill.e tavv.a col.nt. legature editoriali in mz.pelle e tela, titoli e fregi in oro ai piatti ant.e dorsi.

vol.I: Storia. vol.II: Geografia, Filosofia e Scienze umane, Mitologia e Religioni, Musica. vol.III: Arte, Agricoltura, Filatelia, Ragioneria e Contabilità, Stenografia, Inglese commerciale. vol.IV: Letterature, Grammatica, Diritto e Scienze economiche. vol.V: Matematica, Astronomia. vol.VI: Fisica, Industria e Scienze applicate. vol.VII: Chimica, Scienze naturali e medicina, Spettacolo, Organizzazione militare, Sport e Giochi. + vol.di Aggiornamento,1977. Milano, Rizzoli Larousse Ed. 1969, 8 voll. cm.23x30,5, pp.circa 4.000, migliaia di ill.,disegni e tavv.bn.ea col.nt. legature editoriali in mz.pelle,piatti in tela, titoli e fregi in oro ai piatti ant.e dorsi. [copia in buono stato].

La storia vera di sedici navi che non dovevano affondare. Milano, Rizzoli Ed. 1975, cm.14x22, pp.254, legatura editoriale, sopraccoperta figurata a colori. Prima edizione.

Ravenna, Comune di Ravenna 1981, cm.15,5x21, pp.166, num.ill.bn.nt. brossura cop.fig.

Firenze, Ediz.Convivio 1989, cm.15x23, pp.131, brossura cop.fig.a col. Coll.Documentaria. [ottimo esemplare]

Firenze,Gall.dell'Accad.Museo dell'Opificio delle Pietre Dure,02/12/2000-19/02/2001. A cura di M.Chiarini, C.Acidini Luchinat. Firenze, Silvana Edit. 2000, cm.23x28, pp.111 ,num.ill.e tavv.a col.nt. brossura cop.fig.a col. La raccolta di pietre dure rappresentò per molto tempo il fiore all'occhiello delle collezioni medicee anche perchè Firenze divenne, in questo sostituendosi a Roma, centro di uno dei più raffinati opifici di pietre dure. Al collezionismo della famiglia Medici si univa così in loco una scuola che non ebbe solo diramazioni a livello europeo ma fondò altresì un vero e proprio stile che rimase, almeno per due secoli dal Cinquecento al Settecento, insuperato. Manifattura affascinante, quella delle pietre dure, per la stessa natura del supporto che obbligava l'artista ad adattarvisi e per quell'illusione di eternità dell'opera d'arte che ha sempre accompagnato lo sviluppo della pittura su pietra. Una particolare forma d'arte rimasta sconosciuta al grande pubblico ma non ai collezionisti del passato le cui Wunderkammern ne custodivano preziosi esemplari.

Traduzione di Piero Jahier. Torino, Giulio Einaudi Ed. 1958, cm.15,5x21, pp.XXIX,896, con tavv.a col.ft. Legatura editoriale in tutta tela. Coll.Saggi,239.