Leggende. Un caleidoscopio di personaggi tra storia e irrealtà, verità e finzione.

A cura di Maria Pia Crisanaz Palin. Prefazione di Claudio Magris. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1979, cm.11x18, pp.XLIV,844, legatura editoriale in tutta pelle. Custodia. Coll.I Meridiani.

La famiglia,l'infanzia e la giovinezza. Durante il primo conflitto mondiale. Crisi e ripresa artistica. Dopo il secondo confitto mondiale. L'operosa vecchiaia. Lettere. A cura di L.Mazzucchetti. Trad.di G.Ruschena Accatino. Verona, Mondadori Ed. 1961, cm.13,5x20, pp.592, legatura ed.in tutta tela,sopracop.fig.a col.in cofanetto fig. Coll.I Classici Contemporanei Stranieri.

Mit zeichnungen von Hanny Fries. Zurich, Arche Ed. s.d. cm.11,5x19,5, pp.86, legatura ed. sopracop. Testo in tedesco.

Prefazione e traduzione di Ervino Pocar. Torino, UTET 1996, cm.11x18, pp.XXXVIII,710, legatura editoriale titoli in oro al dorso. [copia in ottimo stato]. Coll.Scrittori del Mondo i Nobel. Premio Nobel 1946.

Firenze, Vallecchi Ed. 1987, cm.14,5x22, pp.142, brossura Coll.Quaderni di Teatro,Anno X, n.37, Agosto 1987.

Torino, UTET 2007, 2 voll. cm.23x30, pp.728,730, ca.2500 ill.a col.nt. legature editoriali in tutta tela,titoli ai piatti ant.e dorsi.

Milano, Corriere della Sera 1998, cm.19x27, pp.500, legatura editoriale. Coll.Storia d'Italia., volume 4.

Firenze, Olschki Ed. 2017, cm 17 x 24, xxx-270 pp. con es. mus. n.t., brossura Historiae Musicae Cultores,130. Il Seminario Patriarcale di Venezia esiste sin dalla storia più antica della città: in periodo repubblicano si trovava a San Pietro di Castello, poi venne trasferito nell’ex convento dei Somaschi, collegato alla chiesa della Salute. Come accade in tante altre istituzioni religiose, anche il Seminario dispone di una biblioteca piccola ma molto importante; accanto ai testi religiosi si trova un significativo fondo musicale formato da 38 faldoni per un totale di oltre cinquecento manoscritti. Esso è frutto di acquisizioni diverse che, su un ampio arco cronologico, si sono venute a sommare a materiali – per la verità piuttosto scarsi – di provenienza locale. Il luogo di conservazione potrebbe lasciar presagire una prevalenza di materiali ecclesiastici o devozionali: in realtà le musiche qui conservate confermano un sostanziale equilibrio tra il genere operistico, i generi strumentali – difficile accertare eventuali parentele con la musica per tastiera eseguita in chiesa – e, ultimi ma non meno significativi, i generi direttamente o indirettamente riconducibili all’area sacra, che solo in pochi casi si possono ascrivere con certezza alle attività del Seminario.