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Il porto delle nebbie.

Autore:
Curatore: Con un saggio di Guido Ceronetti e una postfazione di Francis Lacassin.
Editore: Adelphi.
Data di pubbl.:
Collana: Coll. Fabula,245.
Dettagli: cm.14x21, pp.143, brossura con bandelle e copertina figurata a colori. Coll. Fabula,245.

Abstract: "Una donna disposta a sfruttare se stessa, anima e corpo, senza restrizioni, senza scrupoli morali e senza misticismo, è una forza della natura paragonabile all'elettricità, della quale si dominano i capricci senza mai penetrarne il mistero originario": per quanto cinica possa sembrare, è questa la "morale" che l'autore stesso, giunto quasi all'epilogo del suo libro, trae dalle storie che ha narrato. Perché dei cinque personaggi che incontriamo nella prima, memorabile scena - il giovane squattrinato che aspetta un'avventura da "acchiappare al volo", il disertore dell'esercito coloniale, il pittore tedesco che intuisce la presenza della morte nei luoghi che dipinge, l'inquietante macellaio - l'unica a cavarsela e a diventare "potente", e forse anche l'unica a sopravvivere, sarà la donna: la prostituta Nelly. Alla fine dell'interminabile notte trascorsa al Lapin Agile (celebre cabaret di Montmartre), dove sono stati costretti ad affrontare a colpi di pistola una banda di malviventi acquattati nel buio, i quattro uomini si avvieranno infatti verso un destino variamente funesto - mentre Nelly andrà incontro alla vita da "conquistatrice". Quando la ritroveremo, nel 1919, sarà diventata "la divinità della strada, ma di una strada arricchita dalle folli prodigalità di tutti gli scampati al massacro". "Sono tutti morti per la mia salute fisica e morale" penserà. E ad alta voce aggiungerà: "Naturalmente!".

EAN: 9788845926709
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#124257 Arte Pittura
A cura di Llano-Florez e Anna Marsan. Parigi, Editions du Dimanche 1951, cm.24x31, pp.18,num.tavv.a col.e bn.ft.alcune a p.pagg. brossura sopracop.in velina. Coll.Les Demi-Dieux.Ed.di 500 copie. Lievi mende alla sopracop.
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#197191 Arte Pittura
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Traduzione di Claudina Fumagalli. Milano, Medusa Edizioni 2019, cm.12x15, pp.170, una tavola bn. brossura con bandelle. Collana Le Api,56. Il 26 marzo 1863 un reggimento della Legione era sbarcato a Vera Cruz, in Messico. Un mese dopo, il 30 aprile, presso il villaggio di Camarón de Tejeda, i legionari, comandati dal capitano Jean Danjou, vennero attaccati e decimati dai nativi messicani guidati dal colonnello Francisco de Paula Milàn. Quella data e il luogo, Camerone, rappresentano il vero mito di fondazione della Legione straniera francese. Ogni anno a Aubagne, nell'entroterra della Costa Azzurra, dove ha sede il comando generale dei legionari e dove avvengono ancora oggi gli arruolamenti, si celebra quella data "sacrificale" e un simulacro in legno che raffigura la mano del capitano Danjou viene mostrato come una reliquia che fonda nel sangue la gloria dell'arma. Molto controversa è la storia della Legione fin dalla sua nascita nel 1831 per decreto di Luigi Filippo; ai quattro angoli del pianeta ha versato sangue proprio e dei suoi nemici, senza risparmiarsi crudeltà e gesti eroici. È un corpo speciale che raduna i "dannati della terra": delusi dalle rivoluzioni, gente in fuga dalla giustizia e altri alla ricerca di un lavoro per vivere in modo non troppo diverso dai mercenari. Uomini che non hanno origini comuni e valori patriottici da difendere, ai quali si attaglia molto bene il "vincere o morire". Ma è il loro riconoscersi come corpo e la mistica della guerra a mantenerli uniti e fedeli l'uno all'altro. Sono, a ben vedere, una espressione militare, forse la più singolare in Europa, dell'epoca coloniale. In questo breve saggio "storico" del 1933 uno dei più intriganti scrittori francesi, Pierre Mac Orlan, "avventuriero" della parola, ce ne restituisce un'immagine ancora "romantica", senza nascondersi i lati meno edificanti della Legione.

EAN: 9788876984556
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Firenze, Le Monnier 2004, cm.14,5x20,5, pp.293, brossura con bandelle, Coll.Quaderni di Storia. L'aspetto economico delle persecuzioni contro gli ebrei e i complessi tentativi di restituzione dei loro beni dopo il 1945 sono diventati, negli ultimi anni, un tema storiografico di insospettato rilievo. Anche in Italia, nel quadro della politica razziale voluta dal fascismo, fu concepita una lunga serie di disposizioni, decreti, leggi, circolari che colpirono severamente le proprietà della comunità ebraica. Nemmeno la conclusione del conflitto comportò la lineare e automatica fine di ogni difficoltà e dopo il 1945 la strada per ottenere la reintegrazione sul posto di lavoro o per vedere restituite le proprietà sequestrate si rivelò spesso lunga e difficoltosa, tra l'ottusità della burocrazia e una sostanziale generale indifferenza.

EAN: 9788800857703
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EAN: 9788859606338
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