Kurosawa, Bergman e gli altri...

Firenze, Le Monnier 2001, cm.15x21, pp.363, brossura con bandelle e copertina figurata a colori. Coll.Quaderni di Storia.

Firenze, Le Monnier Ed. 2000, cm.14,5x20,5, pp.VI,390, brossura con bandelle, cop.fig.a col. Coll.Quaderni di Storia.

Milano, Rusconi Ed. 1980, cm.14x22, pp.455, con tavv.bn.ft. legatura ed. sopraccop.fig.a col.

Firenze, Olschki Ed. 1985, cm.17x24, iv-148 pp., Coll. Istituto nazionale di studi sul Rinascimento - Quaderni di «Rinascimento», 4.

Firenze, Nerbini 2007, cm.16x24, pp.176, alcune figure bn. nel testo, brossura copertina figurata a colori. Collana Urano e Gea. L'autore riapre il controverso scenario dello Stupor mundi con un attento studio sul periodo più impegnativo, certamente il più ricco e luminoso della vita di Federico II: l'incontro e lo scontro con il temibile pontefice Gregorio IX, la crociata in una terra Santa e senza sangue, l'amicizia e la perfetta ecumenica intesa con il mondo dell'Islam - problema tuttora di grande attualità -, le due scomuniche.

(perché scoperta solo ora? Collaboratore di Himmler, informatore di Canaris, spia alleata). Traduz.di Hana Kubistova Casadei. Milano, Longanesi e C. Ed. 1968, cm.12,5x19, pp.326, legatura ed. sopraccop.fig.a col. Coll.Il Cammeo,215.

Torino, Einaudi 2004, cm.14x22, pp.243, legatura ed. Coll.Supercoralli. La storia inizia nel 1941 e termina negli anni Sessanta. Al centro c'è la guerra e il suo stravolgimento epocale. Il suo impatto su una famiglia felice, fino a quando un solco nero non dividerà il "prima" dal "dopo". Le vicende del romanzo seguono quelle dei personaggi, tutte intrecciate tra loro con un movimento nel tempo che ha più a che fare con i ritmi della memoria che con quelli della Storia. Si passa dai primi mesi di guerra, quando l'atmosfera è ancora inconsapevolmente euforica, ai giorni più bui dell'occupazione tedesca, per risalire alle battaglie in Nordafrica, raccontate in modo folgorante grazie anche al ritrovamento di un diario inedito. Infine si torna alle speranze del dopoguerra, per chi aveva ancora qualcosa in cui sperare.