Storia Medioevo

Poggibonsi, Centro Studi Romei 2023, cm.20,5x27, pp.94 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Coll.Centro Studi Romei. De Strata Francigena. XXXI/2,2023.

Edizione critica e commento a cura di Carlo De Matteis. Galluzzo, Sismel Edizioni del Galluzzo 2008, cm.16x24, pp.CLIV,452, legatura editoriale cartonata sopracoperta figurata .a colori. Coll.Archivio Romanzo,13. "Dugentista ad honorem", espressione di "periferie conservatrici" (quale l'Abruzzo angioino del XIV secolo), secondo l'acuta definizione di Contini, Buccio di Ranallo (1290/5-1363) è titolare tuttavia di un'operazione letteraria pressoché unica nella letteratura italiana medievale, conferendo veste poematica di ampio respiro alla cronaca delle vicende di un comune dell'Italia meridionale, dalle sue origini fino alla morte dell'autore. Alla passività della scelta metrica, la vetusta quartina di alessandrini monorimi, si contrappone nella Cronica del poeta aquilano l' 'onore' di una sperimentazione che contamina generi letterari diversi, innestando sul tronco delle chansons de geste una incandescente materia politico-civile rigorosamente documentaria, in funzione di un intento parenetico-didattico comune al progetto di gran parte della cronachistica contemporanea. Sul fondo di questa non trascurabile ragione di originalità concernente la forma letteraria (che ingloba anche una serie di sonetti anch'essi d'intonazione politico-civile, in contemporanea con la svolta tematica operata da un ristretto manipolo di poeti centro-settentrionali) si dispiega il rustico affresco storico di una comunità cittadina nel suo drammatico sforzo di sopravvivenza e di affermazione lungo oltre un secolo denso di eventi politici, militari e religiosi, scandito da catastrofi naturali che prostrano la vita sociale e l'esistenza quotidiana dei singoli ma non ne distruggono la vitalità sempre risorgente: con tratto rapido ed essenziale la narrazione di Buccio riesce a restituire il colore temporale e locale di un'epoca lontana e a trasmetterne un'immagine di elementare, terragna, corposa evidenza, che s'aggiunge non indegnamente a quella dei più noti referti fiorentini e romani. A distanza di un secolo dall'edizione critica di De Bartholomaeis, questa nuova edizione si propone per una diversa e più attenta ricostruzione del testo sulla base di un nuovo testimone ma anche per il corredo delle puntuali annotazioni, che definiscono una rinnovata interpretazione dell'opera.

A cura di Renato Stopani. Poggibonsi, Centro Studi Romei 2024, cm.20,5x27, pp.140, ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Coll.Centro Studi Romei. De Strata Francigena. XXXII/1,2024.

A cura di Elena Cecchi. Firenze, Leo S.Olschki Editore 1972, cm.21x29, pp.VIII,632, numerose ill. in bn.nt., br. Stato di nuovo. Pubblicaz. dell'Istituto Internazionale di Storia Economica «F. Datini», Prato - Pubblicazioni. Serie I: Documenti,1. Ottimo Esemplare.

Biella, Quaderrni di Cultura Biellese 1985, cm.15x22, pp.1964, con illustrazioni in bianco e nero. Brossura. Collana, Quaderni,4.

Introduzione di Vittorio Peri. Milano, Sansoni Ed. 2003, cm.15x20, pp.142, brossura copertina figurata a colori. Per undici secoli, dal trasferimento della capitale dell'impero in Oriente alla caduta di Costantinopoli nel 1453, la costituzione teocratica bizantina rimase immutata, sfidando la tirannia del tempo. Alla sua base era l'assoluta convinzione che l'impero terreno rappresentasse l'immagine del regno dei cieli, raccogliendo tutti i popoli sotto la guida della vera chiesa, quella greco-ortodossa. Ma questa visione dovette sostenere un continuo scontro con la realtà, in particolare con entità politiche dotate di forte identità religiosa quali l'impero d'Occidente, con il suo papato, e l'islam. Steven Runciman, in questo saggio, traccia un profilo generale della teocrazia bizantina.

Traduz. di Maria Grazia Meriggi. Milano, Rizzoli 1987, cm.11x18, pp.218,(4), alcune figg.bn.nt. brossura copertina figurata. Coll. Bur, L797.

Traduz.di Pasquale Portoghese. Milano, Rizzoli 1976, cm.11x18, pp.400,(16), alcuni alberi genealoici in append., br., cop.fig. a colori. Coll.Bur,L73.

Prefazione di Franco Cardini. Firenze, Mauro Pagliai Editore 2015, cm.15x21, pp.264, 3 ill.bn.nt. brossura copertina figurata a colori. 11 Giugno 1289. Nella piana assolata di Campaldino, a valle del castello dei Conti Guidi a Poppi, gli eserciti guelfi e ghibellini si affrontano in una battaglia decisiva per le sorti della Toscana e per i futuri equilibri politici ed economici della penisola. Tra i fiorentini Dante Alighieri e Cecco Angiolieri. Una ricostruzione appassionata e avvincente dei luoghi, dei fatti, dei personaggi, un romanzo storico dove nulla è stato tratto dalla fantasia ma ogni particolare è frutto di una rigorosa ricerca. I fiorentini cercavano a Campaldino il riscatto per la tremenda sconfitta patita a Montaperti nel 1260. Arezzo combatteva per la sua salvezza. Ne nacque una delle battaglie più sanguinose del Medioevo. La battaglia che Dante immortalerà nella Divina Commedia. La battaglia che pose fine all'età dei nobili e definitivamente aprì la strada alla società dei mercanti.

A cura di Francesco Salvestrini. Firenze, Polistampa 2014, cm.17x24, pp.272, illustrazioni. brossura. Collana Biblioteca della "Miscellanea Storica della Valdelsa", 26. Saluto di Paola Rossetti, Cristiano Cioni Premessa di Francesco Salvestrini PARTE PRIMA Francesco Vermigli, Bernardo di Chiaravalle e la Terrasanta. Pellegrinaggio a Gerusalemme e cristologia Renzo Nelli, Il pellegrinaggio in trasformazione Gioia Zaganelli, Il meraviglioso geografico medievale. Per una ridefinizione Roberto Angelini, Il meraviglioso nel «Libro d’Oltramare» di Niccolò da Poggibonsi e l’epistolario di Giovanni dalle Celle: due idee del pellegrinaggio a confronto Giuseppe Ligato, Il diario di pellegrinaggio del notaio Nicola de Martoni (1394-1395) Samuela Marconcini, Meraviglie d’Oriente nei resoconti dei viaggiatori ebrei italiani tra XV e XVI secolo Riccardo Pacciani, La prima edizione a stampa del viaggio a Gerusalemme. Caratteri, testimonianze e confronti con l’Edicola del Santo Sepolcro: il Tempietto Rucellai e la cappella del Santo Sepolcro a San Vivaldo Laura Minervini, Gli esotismi nei libri di viaggio in Terrasanta PARTE SECONDA Roberto Angelini, «Iniuriam pertulit»: dell’offesa ricevuta dal beato padre Giovanni Gualberto, fondatore di Vallombrosa, durante il soggiorno a Camaldoli. Testimonianze, reticenze e trasformazioni nella tradizione agiografica Riccardo Ciliberti, Vallombrosa, Montecassino e il papato nell’XI secolo Antonella Degl’innocenti, Polemiche monastiche nella Francia dei secoli XI e XII Giuseppe Ligato, Separazioni e distinzioni fra i Templari e gli Ospitalieri nell’Oriente latino Francesco Salvestrini, ‘Sacre dispute’ e affermazioni di identità. I Vallombrosani, i Minori e l’eremita Torello da Poppi (ca. 1202-1282) Timothy Salemme, Alcuni esempi di conflittualità politica e sociale nel contado di Milano nella seconda metà del XIII secolo: il caso del monastero benedettino di San Vittore di Meda

A cura di Glauco Maria Cantarella e Francesco Santi. Spoleto, Fondazione CISAM 1996, cm.15x23, pp.228, brossura. Collana Quaderni di Cultura Mediolatina, 12.

A cura di Laura Andreani e Agostino Paravicini Bagliani. Tavarnuzze, Sismel - Edizioni del Galluzzo 2017, cm.17x24, pp.XVI,382 32 tavole ft, brossura copertina figurata a colori. Collana MediEVI, 18. Presentazione di G. Bellesini. Introduzione di A. Paravicini Bagliani. G. Cremascoli, Sull’esegesi del medioevo latino a Mt 20, 25-26: «Principes gentium dominantur eorum et qui maiores sunt potestatem exercent in eos non ita erit inter vos» – J.-M. Spieser, Le Christ et le pouvoir impérial à Byzance - J. Fried, Political Theology and Globalization in the Age of Charlemagne: the Dispute on Christology in the Context of the Mediterranean-Wide Policy of the Frankish-Roman Ruler – S. Manganaro, Cristo e gli Ottoni. Una indagine sulle «immagini di autorità e di preghiera», le altre fonti iconografiche, le insegne e le fonti scritte – J. Wirth, Remarques sur la vie publique du Christ dans l’iconographie médiévale - M. Vagnoni, Cristo nelle raffigurazioni dei Re normanni di Sicilia (1130-1189) – N. Vincent, Christ and the King: Plantagenet Devotion to Jesus Christ, 1150-1270 – A. Paravicini Bagliani, Innocenzo III, Cristo e il potere del papa – S. Romano, Roma, il centro del potere e l’immagine di Cristo – E. A. R. Brown, The Faith of Guillaume de Nogaret, His Excommunication, and the Fall of the Knights Templar – J. Théry, «Negocium Christi». Guillaume de Nogaret et le christocentrisme capétien, de l’affaire Boniface VIII à l’affaire du Temple – N. Bock, La visione del potere. Cristo, il re e la corte angioina – J. Dumont, The Christ Figure in Burgundian Political Thought at the Time of Philip the Good – A. Nicolotti, I Savoia e la Sindone di Cristo: aspetti politici e propagandistici – K. Herbers, L’Ordine di Cristo e il potere di Portogallo e Castiglia nel tardo medioevo – W. Blockmans, Looking Christ in the Eyes. Emperor Charles V as Protector of the Church – J. Gardner, The Façade of Orvieto Cathedral: from Curia to Comune – P. Salonius, Il vescovo, il cardinale e la cattedrale: l’immagine e il potere a Orvieto – F. Santi, Conclusioni. Indici.

Textes réunis par Bernard Andenmatten, Agostino Paravicini Bagliani et Eva Pibiri. Firenze, Sismel Edizioni del Galluzzo 2015, cm.14x21, pp.XI,386, brossura copertina figurata a colori. Collana Micrologus Library, 69. Préface, A. Paravicini Bagliani. LE CHEVAL DANS LA TRADITION OCCIDENTALE: A. Kehnel, Le sacrifice du cheval. Une brève histoire de sa découverte d'Hérodote à Dumézil - S. Verdan, Représentation du cheval en Grèce antique. Les cavaliers sur la frise du Parthénon - D. Roche, Usage sociaux, utilité, pouvoir et connaissance dans la culture équestre moderne (XVIe-XIXe siècles) - LES USAGES SOCIAUX: B. Schnerb, Le cheval d'armes en Bourgogne (milieu XIVe-fin XVe siècle) - R. Biolzi, De l'écuyer au prince. Le cheval de guerre en Savoie à la fin du Moyen Âge - A. Cristina, Nouvelles données sur le commerce et le transport des chevaux de course à travers le bassin méditerranéen dans l'Antiquité tardive - Y. Poulle-Drieux, Les chevaux malades au Moyen Âge. Leurs maladies, qui les soigne et comment - N. Bock, À cheval au paradis. Monuments funéraires équestres en Italie autour de 1400, entre modèle antique et idéal chevaleresque. DISCOURS, REPRÉSENTATIONS, MANIFESTATIONS: L. Forster, La place du cheval dans les traités de Geoffroi de Charny - P. Contamine, Jeanne d'Arc à cheval. Légendes, faits, images - A. Paravicini Bagliani, Le cheval blanc du pape. Symbolique et autoreprésentation (XII e-XIII e siècles) - IMAGES ET IMAGINAIRE: S. Lazaris, Learning and Memorising Hippiatric Knowledge in Late Antiquity and in Byzantium - V. Fasseur, Chevaucher le temps. Le cheval dans le cycle iconographique du breviari d'amor (Real Biblioteca del Monasterio de El Escorial Ms S. I. 3) - L. Fenelli, Entre réel, imaginaire et monde sauvage. Quelques réflexions sur les centaures dans l'hagiographie tardoantique et médiévale - A. Caiozzo, Le héros et son double. Les imaginaires du couple homme-cheval dans les copies enluminées du Shah Nama de Firdaws? (XIVe-XVe siècles). Indexes par A. Paravicini Bagliani.

Firenze, Firenze University Press 2010, cm.17,0x24,0 pp.246, brossura copertina figurata a colori. Coll.Biblioteca di Studi Slavistici. Il lungo regno di Ivan Aleksandar (1331-1371), penultimo imperatore bulgaro prima della conquista turca, fu caratterizzato da una serie di vittoriose campagne militari a spese della Serbia e di Bisanzio, ma soprattutto da un'intensa produzione culturale, in buona parte voluta e finanziata dallo stesso sovrano. I decenni centrali del XIV secolo sono di cruciale importanza per la successiva evoluzione culturale della Bulgaria e dell'intera Slavia Ortodossa, eppure a tutt'oggi mancano studi ampi e approfonditi sulla figura di Ivan Aleksandar. Le notizie di cui disponiamo in realtà non sono poche, ma risultano disperse nelle fonti letterarie, nei colofoni dei manoscritti, nella documentazione epigrafica, oltre che, naturalmente, negli atti ufficiali promulgati dall'imperatore. Il presente volume tenta di ricostruire, attraverso l'analisi di questa documentazione, la figura del sovrano, l'ambiente in cui visse e operò, la grandezza e gli errori, la parallela attività di stratega e di illuminato mecenate. Per la prima volta il lettore italiano trova qui raccolte e tradotte tutte le fonti manoscritte riguardanti il sovrano bulgaro. Per completezza, il volume riporta in appendice i testi originali della tradizione slavo-ecclesiastica.

Intr.di Marco Tangheroni. A cura di Bruno Dini. Prato, Ist.Intern.di Storia Economica F.Datini-Le Monnier 1989, cm.16x24, pp.374, brossura. Coll.Opere Sparse di F.Melis.

A cura di Luciana Frangioni. Storia Economica, Intr.di Michel Mollat. Prato, Ist.di St.Economica F.Datini-Le Monnier 1984, cm.16x24, pp.286, brossura. Coll.Opere Sparse di F.Melis.

Intr.di Mario Del Treppo. A cura di Marco Spallanzani. Firenze, Ist.Internaz.di St.Econ.F.Datini-Le Monnier 1991, cm.17x24, pp.XXXVII-342, brossura. Coll.Opere Scelte di F.Melis.

Textes réunis par Jean-Patrice Boudet, Franck Collard, Nicolas Weill-Parot. Firenze, Sismel - Ediz.del Galluzzo 2013, cm.13x21, pp.XVI,340, brossura copertina figurata a colori. Coll.Micrologus Library,59. J.-P. Boudet, F. Collard et N. Weill-Parot. Introduction. - G. Federici Vescovini, L'astrologie comme science théorique, rationnelle et autorisée dans le Lucidator de Pietro d'Abano - N. Weill Parot, Pietro d'Abano et l'occulte dans la nature: Galien, Avicenne, Albert le Grand et la differentia 71 du Conciliator - B. Delaurenti, Pietro d'Abano et les incantations. Présentation, édition et traduction de la differentia 156 du Conciliator - G. Ferrari, La durata della vita: humidum radicale, medicina e astrologia nel Conciliator di Pietro d'Abano - C. Crisciani, Pietro d'Abano, alchimia e alchimisti - M. Van der Lugt, Genèse et postérité du commentaire de Pietro d'Abano sur les Problèmes d'Aristote. Le succès d'un hapax - J. Chandelier, Pietro d'Abano et les médecins: réception et réputation du Conciliator en Italie dans les premières années du XIV e siècle - F. Collard, Le De venenis de Pietro d'Abano et sa diffusion: d'une traduction à l'autre (1402-1593) - D. Jacquart, Autour de la Compilatio phisionomiae de Pietro d'Abano - J.-P. Boudet, Magie et illusionnisme entre Moyen Âge et Renaissance: les Annulorum experimenta attribués à Pietro d'Abano - J. Véronèse, Pietro d'Abano magicien à la Renaissance: le cas de l'Elucidarius magice (ou Lucidarium artis nigromantice).

Firenze, Sismel - Ediz.del Galluzzo 2007, cm.13x21, pp.309, 16 tavv.ft. brossura copertina figurata a colori. Coll.Micrologus Library,21. Salomon Latinus,1. L'Ars notoria, que l'on peut aussi appeler l'Art des notes, tient une place à part au sein du corpus de textes de magie rituelle attribués à Salomon qui pénètre en Occident à partir du XIIe siècle. Cette tradition bénéficie comme nulle autre d'une importante diffusion manuscrite, due pour l'essentiel à sa finalité: l'acquisition totale du savoir, au terme d'une préparation et d'un rituel de quelques semaines, voire de quelques mois, visant à solliciter les anges. Les clercs, en particulier dans le cadre universitaire, ont beaucoup copié ce curieux pseudépigraphe et contribué à ses multiples transformations, tant sur le plan textuel qu'iconographique.Ce volume, qui inaugure la collection Salomon Latinus, propose pour la première fois une édition semi-critique des principales versions de cette forme de théurgie chrétienne, de la version la plus ancienne, la version A (XIIIe siècle), à la plus aboutie, la version glosée (XIVe s.).

Firenze, Sismel - Ediz.del Galluzzo 2004, cm.13x21, pp.380, 134 tavv.ft. brossura con bandelle a colori. Coll.Micrologus Library,11. Les conceptions médiévales du monde physique s'inscrivant dans la parfaite continuité de celles de la civilisation gréco-romaine, une étude préalable de l'arrière-plan antique s'avère indispensable. Le présent ouvrage s'attache à l'examen des notions cosmologiques les plus répandues telles que les transmettent notamment les manuels et abrégés romains destinés à un public de non-spécialistes en matière d'astronomie mathématique. Cet examen permettra de dégager, dans un second temps, les traits distinctifs de la cosmologie médiévale qui se met en place aux alentours de 800 et que véhiculent, par la suite, les recueils de comput ecclésiastique. L'ouvrage tient compte tant de la documentation textuelle que picturale car l'astronomie grecque suppose, en son principe même, la représentation visuelle de ses concepts relatifs à l'univers sphérique. Aussi l'étude et la transmission des connaissances tout établies se fait-elles en partie par le recours aux modèles mécaniques et aux figures. De plus, loin de simplement redoubler les contenus textuels relatifs au fonctionnement de l'univers, à l'époque du haut Moyen Age, les représentations picturales schématiques ont leur importance en tant qu'entités signifiantes complémentaires des textes.

Firenze, Sismel -Edizioni del Galluzzo 2013, cm.14x21, pp.476, brossura copertina figurata a colori. Coll.Micrologus' library,57. Cet ouvrage rassemble vingt articles parus entre 1982 et 2010, unis par une même approche. Ils relèvent de l'histoire intellectuelle et de l'histoire des sciences nécessairement appuyées sur la philologie et présentent plusieurs textes inédits. Ces travaux situent dans leur contexte de pensée et de culture les documents médiévaux traitant de l'espace terrestre en évitant de plaquer des catégories modernes sur des données plus complexes qu'il ne le semble au premier abord. Les représentations de l'espace du Moyen Age ne sont pas la préhistoire d'une géographie 'scientifique' qui apparaîtrait à la Renaissance et se fonderait sur la 'découverte du monde' (Michelet et Burckhardt), par opposition à un Moyen Âge 'symbolique' dont les productions ne seraient que porteuses de valeurs. L'ensemble repose sur l'idée qu'il y a une histoire des représentations médiévales de l'espace. Elles constituent un système savant et opératoire de repérage des lieux de l'orbis terrarum conçus en relation avec l'ensemble de l'univers élémentaire et céleste. Héritage de l'Antiquité tardive, ce système fut sans cesse transformé et adapté aux circonstances historiques: invasions de peuples inouïs, pénétration dans l'Asie profonde, contacts avec les infidèles.

--L'eredità di Israele. A cura di I. Abraham e Edwin R.Bevan e Charles Singer. Con introduzione di A.D. Lindsay. --L'eredità dell'Islam. A cura di Thomas Arnold e Alfred Guillaume. --L'eredità di Bisanzio. A cura di Norma H. BAynes e H. St L.B. Moss. Traduz.di Cesare Galimberti , Raffaele Marzano, Ornella Marzoli. . Milano, Casa Editrice Dottor Francesco Vallardi 1960-1962, 3 volumi in cofanetto. cm.12,5x18,5, pp.XX,566, XXI,430, XIV,515, legature editoriali in tutta tela, titoli in oro ai dorsi. Coll.Eredità. L'edizione originale è stata pubblicata dalla Oxford University Press.

Roma, Ecole Française de Rome 1998, cm.17x24, pp.XII,416, brossura, Collana Sources et Documents d'Histoire du Moyen Age,1. Testo in italiano.

Prato, Aurora Boreale 2022, cm.14,8x21, pp.54, brossura. Collana Symbols & Myths. Testo in Inglese The deepest historical, cultural and spiritual roots of Russian national identity can be found in an ancient kingdom known as Kievan Rus', a state that flourished from the end of the 9th to the middle of the 13th century over a vast geographical area including a large part of today's western Russia, Belarus and Ukraine, from the Baltic and White Seas in the north to the Black Sea coasts in the south. According to the Russian Primary Chronicle, the first ruler to start uniting East Slavic lands into what would become Kievan Rus' was Prince Oleg (879-912). He extended his control from Novgorod south along the Dnieper river valley to protect trade from Khazar incursions from the east, and took control of the city of Kiev. Sviatoslav I (943-972) achieved the first major expansion of Kievan Rus' territorial control, fighting a war of conquest against the Khazars. Vladimir the Great (980-1015) then introduced Christianity with his own baptism and, by decree, extended it to all inhabitants of Kiev and beyond. Kievan Rus' reached its greatest extent under Yaroslav the Wise (1019-1054); his sons assembled and issued its first written legal code, theRusskaya Pravda, shortly after his death.