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#7703 Filosofia

Il lamento della pace. Con un saggio su "Erasmo e l'arte".

Author:
Curator: A cura di Luigi Firpo.
Publisher: UTET Ed.
Date of publ.:
Series: Coll.Strenna,1968.
Details: cm.18x24, pp.208, num.facsimili,ill.bn.e tavv.a col.ft. legatura ed.cartonata. Coll.Strenna,1968.

EUR 13.00
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#7029 Filosofia
Con 22 litografie a colori dalla "festa degli Arceri" del Maestro di Francoforte e da "Quaresima e Carnevale" della scuola di Bosch. A cura di GP.Brega. Milano, Feltrinelli Ed. 1959, cm.13,5x21, pp.792, legatura ed.in tutta tela,e cofanetto con piatti figg.a colori. Tagli sueriore, inferiore e laterale di colore nero. Impaginagione di Albe Steiner, Esemplare in ottimo stato.
EUR 44.00
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#19348 Filosofia
Traduz.di Italo Pin. Pordenone, Ediz.Studio Tesi 1989, cm.14x23, pp.92, brossura cop.fig.a col. Collez.Biblioteca Universale,18.

EAN: 9788876925306
EUR 11.36
-47%
EUR 6.00
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#21483 Filosofia
A cura di Tommaso Fiore. Introduz.di Delio Cantimori. Torino, Einaudi Ed. 1967,1984, cm.12x18,5, pp.XXXII-144, legatura ed. sopracop. Coll.N.U.E.,39.
EUR 8.50
3 copies
Testo originale latino e traduzione italiana con le ottandue vignette marginali disegnate da Hans Holbein il Giovane per l'edizione del 1515 di Basilea. Trad.di L.Testaferrata. Contenente trentuno tavole di Pietro Annigoni. Ediz.su carta filigranata delle cartiere Magnani di Pescia in 2565 esempari numerati e firmati da Pietro Annigoni. La composizione a mano nel carattere Bembo, l'impressione dei testi e la stampa policroma delle tavole e delle vignette sono state curate da M.Mardersteig nella Stamperia Valdonega di Verona. Le selezioni per la riproduzione delle tavole e della grafica sono state realizzate dai Fratelli Coppo nel laboratorio artistico "La Parabolik"; legatura in tutta pelle con cofanetto contenitore. Roma, Eldec Edizioni Pregiate 1978, cm.36x50, pp.ca.230, Esemplare imballato di provenienza editoriale. Con firma di Annigoni al colophon.
EUR 530.00
2 copies

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A cura di Carlachiara Perrone. Roma, Ediz.Benincasa 1984, cm.15,5x24, pp.XXVIII-163, brossura sopracop. Ed.limitata in 930 esempl.Coll.Testi Dialettali Napoletani,XVII.
EUR 25.82
-30%
EUR 18.00
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#62977 Dantesca
Michigan, The University Press 1999, cm.15,5x23,5, pp.XV,175, legatura editoriale con sopracoperta figurata a colori. Ediz.in testo inglese. "I am one who, when love inspires me, takes note . . ." --Dante Despite the absence of tracts about beauty and art, aesthetic issues did command the attention of people in the Middle Ages. Whenever poets or philosophers turned their thoughts to the order of the heavens, whenever they delighted in music or art, they contemplated how the pleasure they took in the artistry of the universe was related to the God who created it. For Dante, aesthetics was the discourse of being and could not be narrowly defined. The aesthetic became the domain in which he considered not only form and proportion, but questions of love, identity, and perfection of the self. Warren Ginsberg expertly guides us through Dante's work. He distinguishes between early texts such as the Vita Nuova, in which the aesthetic offers only a form of knowledge between sensation and reason, and the Comedy, in which the aesthetic is transformed into a language of existence. Among other subjects, Dante's Aesthetics of Being treats poeticism, literary history, language theory, the relation of philosophy to poetry, and of course, aesthetics. Its readers will include not only experts in Dante and medievalists in general, but literary critics of all periods. Indeed, anyone interested in poetic theory, the philosophy of beauty, or interdisciplinary studies will profit from reading Ginsberg's thoughtful offering. Warren Ginsberg is Professor of English, University at Albany, State University of New York. He is author of The Cast of Character: The Representation of Personality in Ancient and Medieval Literature and editor of two Middle English poems, Wynnere and Wastoure and The Parlement of the Thre Ages.

EAN: 9780472109715
EUR 62.26
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EUR 29.00
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#307509 Arte Saggi
Numero monografico della rivista: Livorno cruciale. Quadrimestrale di Arte e Cultura, Numero 4. Pisa, ETS 2010, cm.17x24, pp.96 ill.a colori. brossura copertina figurata a colori. Livorno Cruciale dedica questo numero al tema dell'architettura degli interni: nella sezione intitolata al XX secolo abbiamo voluto presentare i casi emblematici, peraltro assai poco noti se non inediti, di due importanti allestimenti di spazi privati realizzati nella Livorno degli anni '30. Si tratta di opere di micro-architettura dovute al disegno di Roberto Uccelli e Piero Bottoni, il primo, ingegnere che ha svolto la sua attività a Livorno con interventi di pregevole qualità, il secondo, personalità di spicco dell'architettura razionalista italiana. Se ne trae l'indubbia convinzione che Livorno, in quel torno di tempo, fosse ricettiva alle novità dell'architettura contemporanea; e tale attenzione si può ritrovare anche in altre architetture di questi anni, come la casa dello Strologo di Piero Bottoni, la villa Tavani di Giancarlo Palanti e ancora, il palazzo del Governo, segnato dagli interventi di Alberto Legni e Armando Sabbatini, vincitori di un concorso nazionale che aveva visto la partecipazione delle maggiori personalità del Novecento italiano. Immediato è quindi il riferimento alla situazione presente: non è certo un caso che proprio questo numero della rivista offra, nelle rubriche dedicate all'attualità, affondi, decisamente polemici, su alcune tematiche cardine per l'architettura e l'urbanistica della Livorno del nuovo millennio. Ci riferiamo al progetto del nuovo centro, ora ribattezzato Quartiere San Martino, e all'ipotesi, non ancora tradotta in termini di disegno, del nuovo ospedale. Non è nostra intenzione in questa sede entrare nel merito degli aspetti procedurali e amministrativi che hanno condotto alla previsione di diversa dislocazione dell'attuale attrezzatura sanitaria, decisione che rischia di incidere pesantemente sull'immagine architettonica della città dei prossimi decenni. Ci siamo limitati a segnalare come tale decisione avvenga all'oscuro di una strategia di più ampio respiro, lasciando troppi punti indefiniti, a partire dal destino urbanistico e architettonico dell'antico nosocomio. Si finge di ignorare che si tratta di un tema assai delicato che, ove la previsione di tale spostamento fosse assunta in maniera definitiva, coinvolge il riuso e la riconversione di un immenso patrimonio architettonico, patrimonio ormai acquisito, anche da punto di vista storiografico, alle vicende del Novecento italiano. Non pochi sono i dubbi che sorgono, se pensiamo alla manchevole sensibilità che nel recente passato si è voluto dimostrare nei confronti di analoghe testimonianze architettoniche, valga per tutte la demolizione della fabbrica della Peroni o del cinema Odeon. Non siamo necessariamente affezionati allo star system dell'architettura, anche se non possiamo non ricordare che proprio recentemente a Pisa, in un caso analogo, si è scelto di affidare, tramite un concorso internazionale, l'elaborazione del master plan delle aree dell'antico ospedale ad uno dei più noti studi europei. La nostra riflessione diventa tanto più opportuna, se ci volgiamo alle scelte progettuali adottate per il nuovo centro, disastrosamente anonime, che sembrano addirittura mutuate dalle pagine di qualche rivista patinata degli Emirati arabi e che ben poco mostrano di relazionarsi con lo spirito del luogo o con le nuove tendenze dell'architettura contemporanea. Tale giudizio non può non estendersi anche ai risultati dei recenti concorsi banditi dall'Ammnistrazione Comunale nell'ambito dei PIUSS (Piani Integrati di Sviluppo Sostenibile), risultati completamente disattesi, sembra per problemi procedurali, e sostituiti con una nuova progettazione affidata agli uffici interni all'Ente. Le immagini recentemente divulgate di queste architetture non sono con tutta sincerità convincenti: si tratta di una progettazione di routine, forse anche corretta da un punto di vista tecnico, ma certo non tale da offrire alcuno slancio all'immagine della Livorno futura. È un bilancio assai amaro quello che, a nostro giudizio, si profila: al di là delle affermazioni trionfalistiche ufficiali, la città si mostra assente sulle impegnative sfide dell'architettura contemporanea.

EAN: 9788846728463
EUR 10.00
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EUR 9.00
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Prato, Aurora Boreale Ed. 2024, cm.13x19,5, pp.54, brossura copertina figurata a colori. Coll.Simboli & Miti. Il Venusberg ("monte di Venere") è un luogo mitologico ricorrente nelle tradizioni popolari europee. Lo si può infatti ritrovare in varie leggende e racconti epici a partire dal tardo Medioevo, soprattutto nell'area tedesca. Secondo la tradizione germanica, le caverne del Venusberg ospitavano la corte di Venere, Dea dell'amore. L'accesso alla montagna era nascosto ai mortali, ma il valoroso cavaliere Tannhäuser (un trovatore tedesco erede della tradizione dei Minnesänger, storicamente esistito e in seguito mitizzato) riuscì a raggiungerlo e trascorse un anno in adorazione della Dea. Vinto dal rimorso per aver rinnegato il suo Dio, uscì dalla grotta per chiedere perdono al Papa, ma quando l'assoluzione gli fu negata il tornò al Venusberg dove rimase per sempre. Riproponiamo all'attenzione dei nostri lettori l'interessante saggio "Del Monte di Venere ossia Labirinto d'Amore" del grande storico e diplomatico tedesco Alfred Von Reumont (1808-1887), autore di numerose ricerche sulla storia di Firenze e della Toscana. Il saggio, che ripercorre la storia e le origini mitologiche e letterarie della leggenda del Venusberg, venne pubblicato nel 1871 nell'Archivio Storico Italiano. Con intduzione di Nicola Bizzi.

EAN: 9791255045595
EUR 8.00
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