Bellotti,Felice.
Terra Maya.
Bari, Leonardo da Vinci Ed.
1963,
cm.17,5x24,
pp.XV,604, 96 tavv.bn.e col.ft. 63 diss.bn.nt.
legatura editoriale carftonata, in tela.
Coll.All'Insegna dell'Orizzonte,21.
Prima edizione.
Bell'esemplare. "Terra Maya", è il lembo del continente americano dove è fiorita tra il IV millennio a. C. e il II d. C., una delle più splendide civiltà. L'A. ha percorso questa terra passo a passo, in jeep, a cavallo, a piedi; ha visitato a una a una le città moderne e conosciuto la maggior parte degli antichi centri sacrali; ha attraversato da cima a fondo la immensa foresta tropicale; ha incontrato gli ultimi Lacandones; ha conversato con i fuorilegge della foresta (Chicleros e largateros); e con i chiusi indios. Ha dormito in poverissime capanne, ha inteso frusciare il serpente a sonagli; si è saziato d'uova di iguana… ha visto morire un "Ciclero" morso dal terribile serpentello grigio chiamato "mano de piedra". Si è addentrato nel dedalo di grotte abitate dai vampiri, ha visto adorare un terribile idolo di pietra nera, chimato Turcax; e, infine si è lasciato affascinare dai superstiti monumenti degli antichi Maya, dalle piramidi di Tikal e quelle di Chichèn Itzà, dalle stele di Copàn agli incomparabili architravi di Bonampak… Anche gli stregoni si sono decisi ad operare per l'A. i loro sortilegi… Così ha conosciuto la terra maya e questo avvenne perché, in un giorno di primavera, Rax Icoquih, indicandogli il fondo di una conca verdeggiante punteggiata di "jaracandas" viola, gli disse: "Qui Dio creò l'uomo". (Dal risvolto di cop.).