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La caccia al tesoro.

Autore:
Editore: Sellerio Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.La Memoria,820.
Dettagli: cm.12x17, pp.271, brossura cop.fig.a col. Coll.La Memoria,820.

EAN: 9788838924781
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Palermo, Sellerio Ed. 2012, cm.12x17, pp.263, brossura con sopracoperta figurata a colori. Coll.La Memoria,893. "Un gorgo d'angoscia governa l'alterno respiro delle storie che nel romanzo si tramescolano. Il commissario Montalbano è in apprensione. Gli orli sfumati di un sogno trasudano malessere, sensazioni superstiziose, oscure premonizioni. Un pensiero laterale stenta a chiarirsi, e perdura nella realtà come sospettosa vigilanza; e come soprassalto a ogni minima coincidenza con lo squallore infausto del sogno che di uno straccio di terra aspra e solitaria ha fatto un obitorio a cielo aperto, con bara chiusa e cadavere da riconoscere, sotto una luce itterica e di meteoropatica influenza. Persino il consueto barbugliamento di Catarella si è dato in sogno negli arcani costernanti di una locuzione latina. La rotta sequenza delle indagini, su un'aggressione a mano armata e violenza carnale, su un traffico d'armi, e su degli esportatori di opere d'arte rubate, allinea e intreccia storie di donne di forte e deciso temperamento; mentre il commissario, così esposto al lato oscuro delle cose e ai clandestini giochi della mente, è in attesa che qualcosa di non del tutto delucidato esca fuori, alla fine, da un qualche retroscena, e si riveli. Si sedimenta lo spaesamento in Montalbano. Nella vita del commissario va crescendo un senso di solitudine che accascia e predispone a una morbidità di sentimento. Livia continua a essere una voce nel telefono, una minaccia costante e fastidiosa di baruffe. Un'assenza. Una lontananza impegnativa. Irrompe in carne e ossa una donna fatale...". Salvatore Silvano Nigro

EAN: 9788838927058
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Milano, Bompiani Ed. 2009, cm.12,5x17, pp.192, brossura sopracop.fig.a col. Coll.Passaggi. Andrea Camilleri racconta l'esperienza parlamentare di Leonardo Sciascia, attraverso le interrogazioni parlamentari che lo scrittore di Racalmuto presentò, dalle file del partito radicale, tra il 15 dicembre 1979 e il 31 gennaio 1983. Camilleri, che a Sciascia fu legato da consuetudine e amicizia, ne mette in luce la passione politica autentica; la lucidità, l'approccio mai ideologico ma sempre ancorato a una analisi dei fatti acuta e spietata, comunque sempre scomoda e insofferente al potere. Gli argomenti di queste interrogazioni sono, tutti, di estrema attualità, allora come oggi; i casi di cronaca affrontati sono tuttora ferite aperte: la mafia, l'uccisione del magistrato Ciaccio Montalto, il caso Pecorelli, il petrolio, l'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine. Dalla voce di Andrea Camilleri, e dagli interventi di Sciascia emerge, insomma, un ritratto impietoso di un'Italia incapace di fare i conti con il proprio passato; e colpevolmente sorda alle parole di chi, con tutto il rigore della ragione, dimostrava di amarla.

EAN: 9788845263514
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Palermo, Sellerio 2014, cm.12x17, pp.246, brossura copertina figurata. Coll.La Memoria,953. Questa è la storia di Samuel Ben Nissim Abul Farag, di Guglielmo Raimondo Moncada, di Flavio Mitridate. Non si tratta di tre persone ma di un solo individuo. Caltabellotta, provincia di Agrigento, 1465. Samuel Ben Nissim appartiene alla comunità ebraica, ha quindici anni, la rotella di panno cucita sulla camicia a marcare la differenza con i cristiani. È svelto e colto, conosce già varie lingue. Il padre Rabbi Nissim nutre grandi ambizioni per quel figlio che istruisce anche nella qabbalaq. Ma il destino decide diversamente, le circostanze costringono il ragazzo a trovare rifugio in un convento di frati. Così la giovane promessa diventa un ebreo convertito, disprezzato dalla comunità giudaica, maledetto dalla sua famiglia, Samuel si chiude fra le mura del convento, vuol sbiadire nella memoria dei suoi. Addottrinato nella fede cattolica, al momento della conversione prende il nome di colui che lo tiene a battesimo, il conte Guglielmo Raimondo Moncada, poi si stabilisce a Roma, diventa prete e grande è la sua fama di predicatore. Giunge all’apice della sua carriera ecclesiastica nel 1481 quando il venerdì santo recita davanti al papa Sisto IV il sermone sulla Passione. Poi però succede qualcosa: «caduto in grave errore» - questo solo dicono i documenti - perde lo stato ecclesiastico e scompare. Lo ritroviamo dopo qualche tempo con il nome di Flavio Mitridate - il re del Ponto era famoso per la conoscenza delle lingue oltre che per la resistenza al veleno - che insegna a Pico della Mirandola la cabala e le lingue orientali. Ma i motivi della scomparsa, la necessità di cambiare nome e identità, la vicenda dell’omicidio che si dice abbia commesso, i rapporti ambigui con Pico della Mirandola rimangono avvolti in una sfuggente segretezza. Così come la sua fine, non si conosce né la data né le cause della morte. Racconta Camilleri di essersi imbattuto in questa storia leggendo casualmente, nell’estate del 1980, la presentazione di Leonardo Sciascia al catalogo di una mostra di un suo amico pittore. Di essersi incuriosito della curiosità di Sciascia, preso anche lui dal desiderio di sapere, di capire, di inseguire quell’ombra. Non si attarda in ricerche d’archivio che altri prima di lui hanno fatto, affrontando il personaggio con le armi della narrazione. Pur affollato di tante figure realmente esistite, Inseguendo un’ombra non è un romanzo storico, ma di invenzione. E del resto, ricorda Camilleri, «invenzione non viene da invenire che in latino significa riscoprire, ritrovare?».

EAN: 9788838931697
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Palermo, Sellerio Ed. 1997, cm.12x17, pp.148, brossura con bandelle sovracopertina figurata a colori. Coll.La Memoria,378. "Nel 1980 - racconta Andrea Camilleri - Livio Garzanti volle pubblicare questo mio romanzo risolvendo le perplessità di alcuni suoi eminenti collaboratori. Mi domandò però, quasi a guardarsi le spalle, un glossario. Comprendendo le sue taciute ragioni, principiai a compilarlo di malavoglia: poi, a poco a poco ci pigliai gusto e me la scialai. Il romanzo viene ora ristampato a distanza di diciassette anni e il glossario, nel frattempo, è diventato superfluo. Se ora lo ripubblichiamo è perché la cosa sottilmente ci diverte. Lo spunto di 'Un filo di fumo' me lo diede un volantino anonimo, trovato tra le carte di mio nonno, che metteva in guardia contro i maneggi di un commerciante di zolfo disonesto. Per il resto, nomi e situazioni sono da addebitare alla mia fantasia. Allora, quando uscì, il romanzo piacque a mia madre: lo dedico alla sua memoria".

EAN: 9788838913389
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#52722 Esoterismo
Trad.di Ercole Alvi. Note di Gino Testi. Roma, Atanor Ed. s.d. circa 2000, cm.15x20, pp.87, brossura cop.fig. Coll.All'Insegna della Corona dei Magi. Ristampa anastatica.
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A cura del Comitato Nazionale per la Celebrazione del Primo Centenario dell'Unità d'Italia 1861-1961. Torino, UTET 1961, cm.22,5x28,5, pp.XIV-485,9 tavv.a col.ft.265 tavv.bn.nt. legatura ed.in.tutta tela, sopracop.fig.a col. Coll.Le Regioni d'Italia,7.
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A cura di Gianfranco Contini. Torino, Einaudi 1976/1979 cm.11,5x19,5, pp.VI,120, brossura. Coll.Classici Ricciardi,34.
Note: piccola macchia alla bas del dorso del volume.
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#318549 Esoterismo
Firenze, Aurora Boreale 2022, cm.14,8x21, pp.80, brossura copertina figurata a colori. Collana Telestérion. Al Ma'mun, settimo Califfo della dinastia Abbaside, viene ricordato per essere stato il primo uomo, dopo millenni, ad entrare nella Grande Piramide di Giza, ma fu soprattutto un grandissimo filosofo, uno scienziato, un mecenate delle arti e della cultura e, segretamente, un iniziato di alto grado alla Tradizione eleusino-pitagorica. Il suo operare in favore della Conoscenza dette vita e impulso a un vero e proprio Rinascimento arabo, coincidente con quella che è passata alla storia come l'Epoca d'Oro Islamica, un'era di grande splendore che ebbe tragicamente termine nel 1258, con la conquista mongola di Baghdad, e che non solo ebbe veramente poco ebbe da invidiare all'Umanesimo e al Rinascimento partiti secoli dopo dalla Toscana di Cosimo il Vecchio e Lorenzo il Magnifico, ma si rivelò addirittura una delle leve scatenanti di questi ultimi. Durante questo periodo, il mondo arabo guidato dai Califfi abbasidi divenne un centro intellettuale di primaria importanza a livello mondiale per la Scienza, la Filosofia, la Medicina, l'Astrologia, l'Astronomia, la Matematica, l'Alchimia e la Letteratura. Un periodo in cui Ibn Rushd (Averroè) e Ibn Sina (Avicenna) furono i maggiori artefici del salvataggio delle opere di Aristotele e Platone, il cui pensiero finì per dominare la Filosofia non religiosa dei mondi cristiano e musulmano. Un periodo in cui gli eruditi arabi assorbirono anche idee provenienti dalla Cina, dalla Persia e dall'India, aggiungendovi la conoscenza enorme proveniente dai loro studi. Ibn Sina ed altri speculativi pensatori come Al Kindi e Al Farabi combinarono Aristotelismo e Neoplatonismo con il pensiero introdotto dall'Islam e con l'Ermetismo, dando vita a una stagione intellettuale unica e irripetibile. Come documenta Nicola Bizzi in questo suo nuovo saggio, Al Ma'mun, da grande iniziato pitagorico quale era, intendeva, con lo "sdoganamento" e la "legittimazione" degli ordini ermetici di Harran e con l'affidamento nelle loro mani delle redini culturali, accademiche e scientifiche del Califfato, intraprendere un percorso che avrebbe dovuto portare ad una progressiva sostituzione della dottrina Islamica con un connubio ideale fra Pitagorismo, Neoplatonismo ed Ermetismo e all'istaurazione di un Impero universale che fosse realmente erede tanto della antica civiltà persiana quanto della classicità greco-romana. Un progetto sicuramente ambizioso e incredibilmente rivoluzionario che avrebbe potuto cambiare il corso della Storia, ma che, come sappiamo, non ha avuto compimento per via di tutta una serie di fattori, dalla recrudescenza dottrinale delle successive dinastie islamiche susseguitesi al vertice del Califfato, fino alla drammatica invasione mongola, che spazzò via definitivamente ciò che restava di una simile utopia.

EAN: 9791255040668
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