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Autore:
Editore: Arnoldo Mondadori Ed.
Data di pubbl.:
Collana: Coll.Urania587.
Dettagli: cm.13x19, pp.176, brossura cop.ill.a col. Coll.Urania587.

Abstract: L'appuntamento è a Londra, attorno alla famosa fontana di Piccadilly Circus. Per riconoscersi, sia lui che lei, dovranno portare un fiore bianco e un fiore rosso, appuntati sul lato destro del vestito. Ma dietro questo incontro, non c'è un annuncio matrimoniale, e nemmeno una missione spionistica: c'è un esperimento condotto in condizioni disperate da due disperati, c'è quello che equivale a un duplice omicidio. Lui e lei, fuggiti da una civiltà in sfacelo, puntano verso una civiltà ignota, una città irriconoscibile, una fontana scomparsa da secoli: e lì, su quei gradini di pietra, fra pensionati, studenti, turisti, sperano di ritrovarsi dopo il grande "salto". Un fiore bianco e un fiore rosso...

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N. 249, 12 febbraio 1961. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1961, cm.13x19, pp.127, brossura cop.ill.a col. Coll.Urania,249. Un solo mezzo avrebbe permesso all'uomo e alla donna di fuggire insieme dagli orrori della guerra atomica. Era un mezzo pericoloso, ma anche il pericolo era stato calcolato con precisione. Philip Calland non aveva trascurato niente durante i giorni e le notti allucinanti, trascorsi nel laboratorio sotterraneo, situato nella zona radioattiva di una Londra fatta ormai solo di rovine calcinate. Il brillante scienziato del 2400, che aveva promesso alla sua donna una vita sicura in un mondo sereno, aveva controllato tutti i circuiti della miracolosa macchina pensata dal genio di Loetze, aveva tenuto conto di tutto, e previsto tutto, tranne un piccolo particolare, proprio quello che avrebbe fatto piombare lui e Kay, soprattutto Kay, in un orrore più grande. E dal suo primo sbaglio ne nascerà un secondo, commesso questa volta in un mondo dove certi errori si pagano molto cari. E mentre Philip Calland continua a trascurare i particolari, troppo pratici perchè si affaccino alla sua mente scientifica, nella lontanissima Londra che lui ormai ha abbandonato, un altro uomo dovrà provvedere a chiudere "la porta" che lui, inavvertitamente, ha lasciato aperta.
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N. 223, 14 febbraio 1960. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1960, cm.13x19, pp.127, brossura cop.ill.a col. Coll.Urania,223. Delaney è un giornalista americano che è stato temporaneamente ceduto dal suo giornale a una grande rivista inglese, il "View Magazine" con sede a Londra. A Londra c'è il Tamigi, e in questo fiume, come in ogni corso d'acqua che si rispetti, ogni tanto viene ripescato qualcuno, annegato o ancora vivo, uomo o donna, suicidi o ubriachi o vittime di incidenti. Un giornalista quindi non si emoziona molto quando succede una cosa del genere. Però il giorno in cui vede la fotografia di un uomo di mezza età disteso su una barella dopo essere stato ripescato dal Tamigi, Delaney se ne preoccupa, eccome. Se ne preoccupa tanto da mettersi in guai molto seri, perchè Delaney è fatto in modo che non esita a rischiare tutto per andare a fondo di un suo sospetto. E in quel particolare caso Delaney sospetta che l'uomo del Tamigi sia lo scienziato atomico Stephen Rayner. Ma il dottor Rayner sta lavorando tranquillamente nei laboratori dell'Istituto Brant. Ha qualche cerotto sulla faccia perchè è appena uscito da un incidente di macchina, ma questo non significa niente. Anche gli scienziati possono avere un incidente come chiunque altro. Eppure Delaney, più cocciuto di un mulo, continua a seguire il suo fiuto. I casi sono due: o ha messo le mani sul più grosso colpo giornalistico dell'anno, o sta commettendo il più colossale errore della sua carriera.
Note: Lievi segni d'usura al dorso.
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N. 203, 10 maggio 1959. Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1959, cm.13x19, pp.127, brossura cop.ill.a col. Coll.Urania,203. Leggendo questo romanzo dell'ottimo Charles Eric Maine, vien fatto di pensare con un brivido a che punto esattamente la fantasia si sostituisce alla realtà, perchè i fatti sui quali il romanzo si basa, e dai quali l'autore trae le sue tragiche deduzioni, sono realmente accaduti nel mondo d'oggi. I fatti, che tutti conosciamo, sono questi: a titolo sperimentale, da anni, vengono fatte esplodere bombe sempre più potenti, perfino sotto la superficie dei mari. Ebbene, se una di queste bombe creasse un'immensa falla nel letto di un oceano, quali ne sarebbero le conseguenze? Forse, la bocca del vampiro, alla quale l'autore paragona la voragine spalancata sul fondo marino, succhierebbe dalla Terra l'elemento che le dà la vita: l'acqua. Spietato nel suo agghiacciante pessimismo, il romanzo descrive la spaventosa agonia degli uomini destinati a morire, e ai quali viene ostinatamente taciuta la verità perchè si possa compiere il tentativo disperato di salvarne almeno una parte
Note: Ampio strappo al dorso della copertina.
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Milano, Arnoldo Mondadori Ed. 1971, cm.13x19, pp.162, brossura cop.ill.a col. Coll.Urania560. Immaginatevi un'anticamera non grande, un lampadario sferico, un attaccapanni qualsiasi, un tavolo con la posta in arrivo e in partenza, cui presiede un fattorino, rumori di telefoni e di macchine da scrivere. In questo locale si affacciano le redazioni del "Giallo Mondadori", di "Segretissimo" e di "Urania", e qui s'incrociano, nei loro andirvieni, i redattori e le segretarie delle tre riviste. Onestamente, non sapremmo a quale delle tre porte attribuire "L'uomo isotopo", dove gli elementi del romanzo poliziesco, spionistico e fantascientifico sono combinati e dosati con perfetta equanimità. Come presentare un "caso" così insolito? Ci vorrebbero tre presentazioni diverse, una scritta da noi, le altre dai nostri colleghi specialisti del suspense, degli sconosciuti ripescati nel Tamigi, dei giornalisti troppo curiosi, dei "gorilla" brutali e delle misteriose automobili nere che sfrecciano nella notte. E ci vorrebbero tre diverse copertine, di tre colori diversi. E invece del cerchio sarebbe forse più appropriato un triangolo equilatero... E' chiaro che esperimenti del genere non sono consentiti nemmeno a una rivista di fantascienza e i nostri lettori dovranno perciò accontentarsi di queste righe più o meno ortodosse.
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